IL KILLER DELLO ZODIACO. Vittime e sospetti (quarta parte).

Luglio 25, 2018   Maria Rosaria Cofano

Riuscire a stanare un Killer talmente furbo da non lasciare in giro tracce di sé, diventa un’impresa attuabile solo da pochi. Nel margine delle supposizioni assimilabili sono rimaste imbrigliate solo suggestioni e analogie indigeste, perché Zodiac è stato e rimarrà un cruento mistero. L’inacciuffabile, l’indecifrabile, capace di beffare enigmisti della domenica e cervelli sopraffini. Un genio con una crudeltà senza limiti, che ha travalicato la storia, quella più spietata e nera, di cui non vorremmo mai leggere, figuriamoci trovare sulla nostra strada. Un mostro che si è sentito invincibile e che si è reso immortale con la paura, quella paura che non ha mai provato. E allora che cosa c’entrava un killer scientifico di questo genere con i laidi scapestrati compagni di merende del caso denominato “il Mostro di Firenze”? Sia Zodiac che il Mostro di Firenze avevano come metodo di uccisione l’arma da fuoco e l’accoltellamento. Zodiac era veloce, pianificava tutto, avendo anche il tempo di fuggire, beffando l’arrivo della polizia. Aveva instaurato un sorta di rapporto epistolare con alcuni quotidiani dell’epoca, mentre il Mostro di Firenze non aveva questo bisogno impellente, se non per aver scritto una sola volta, quando, Martedi 10 settembre 1985, alla procura fiorentina arrivò una lettera contenente un lembo di pelle incellophanata e indirizzata all’ex sostituto-procuratore Silvia Della Monica. C’era una componente sadica che non aveva contraddistinto i crimini di Zodiac. Il Mostro di Firenze rimaneva più a lungo con le vittime, infierendo con mutilazioni sessuali. C’è da dire che uno schema criminale possa anche evolvere.  

Il primo possibile sospettato è Giuseppe Joe Bevilacqua detto "Ulisse". Secondo una teoria, o meglio un’inchiesta pubblicata il 19 maggio 2018 da Tempi  (periodico cattolico fondato nel 1994, che si occupa di cultura, attualità, cronaca, politica), il Killer dello Zodiaco e il Mostro di Firenze sarebbero la stessa persona. Link diretto all’articolo: 

Storia di un mostro 
https://www.tempi.it/storia-di-un-mostro#.W1gpAcJ9jIU 

… il San Francisco Chronicle non ricevette più le sue lettere e vi era un’alta probabilità che il killer si fosse trasferito in Italia. A questo punto torna prepotente nella memoria - di chi si appassioni al caso - la “Teoria dell’acqua”, ampiamente congetturata da Robert Graysmith nel suo libro “Zodiac”. L’acqua è presente nel suo modo di interagire con la stampa, sulle scene del crimine e tutto lascia pensare che sia un possibile riferimento alla sua “firma”, quella che dovrebbe celare la sua reale identità. Così, partendo da questo presupposto, il periodico arriva ad un possibile sospettato, un americano che il postino Mario Vanni chiamò “Ulisse” e definì “nero” durante un’intercettazione avvenuta nel 2003; se andate a ritroso o rammentate l’omicidio di Paul Stine, anche in quel caso la comunicazione alla radio riferì all'agente Don Fouke - che era appostato a due isolati più avanti della scena del crimine - di cercare un uomo con la pelle nera e quindi probabilmente lo vide passare, ma appunto era un uomo bianco e non gli diede peso. Rimase poco chiaro a cosa Vanni volesse riferirsi, se alla sua pelle, alla sua ideologia politica o forse al vestiario, l’umore. Sempre secondo Tempi, il famigerato Ulisse, non è altri che un ex agente del CID (U.S. Army Criminal Investigation Command, divisione dell'esercito degli Stati Uniti, che si occupa di investigare su crimini che coinvolgono militari dell'esercito). Il 29 maggio 2018, è stato pubblicato un articolo sul quotidiano Il Giornale, scritto dal giornalista Francesco Amicone. Ci sarebbe una presunta e parziale confessione di “Ulisse”, che sosterrebbe di essere sia il Killer dello Zodiac che il Mostro di Firenze. Questo è il link dell’articolo: 

Il killer Zodiac mi ha confessato: «Sono io il mostro di Firenze». 
http://www.ilgiornale.it/news/politica/killer-zodiac-mi-ha-confessato-sono-io-mostro-firenze-1533527.html 

… ma come si arriva al suo nome? Amicone pubblica sul blog ostellovolante un nome: Giuseppe Bevilacqua, ”Joe” per gli amici; un italo-americano già conosciuto nell’ambito del primo processo a Pietro Pacciani, in qualità di super testimone, il 6 giugno 1994. Ci arriva grazie alla probabile soluzione di alcuni crittogrammi rimasti irrisolti e che, secondo Zodiac, avrebbero svelato la sua vera identità. Questo è il link al blog: 

DEATH BY WATER. ZODIAC E BEVILACQUA 
https://ostellovolante.com/2018/07/08/death-by-water-zodiac-e-bevilacqua/

C’è chi sostenga che questa inchiesta non abbia né testa né coda, perché per alcuni il Bevilacqua potrebbe essere un mitomane di turno e la confessione una poco chiara interpretazione. La smentita di Bevilacqua non tarda ad arrivare: 

“Smentisco di aver confessato a chicchessia di essere l'autore dei delitti del Mostro di Firenze e del killer Zodiac. Per il semplice fatto che non li ho commessi”. A parlare è Joseph Bevilacqua, ex ufficiale dell'esercito Usa arrivato in Toscana nel 1974 ed ex direttore del cimitero del Falciani che secondo un'inchiesta rilanciata dal quotidiano Il Giornale sarebbe sia l'inafferrabile assassino che per quasi dieci anni seminò il terrore in California sia il killer delle coppiette a Firenze. “Queste notizie hanno gravemente leso la mia dignità e onorabilità – ha detto Bevilacqua – e turbato la serenità dell'intera mia famiglia.” 

Fonte :
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/06/01/news/mostro_di_firenze_parla_l_ex_militare_bevilacqua_mai_fatto_quella_confessione_-197930225/  


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