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domenica 22 luglio 2018

UNA MOTIVAZIONE SENZA L'ALIBI DELLA SCRITTURA

Luglio 22, 2018   Maria Rosaria Cofano
 
… quando ho iniziato a scrivere "PROGENIE DEGENERE", ero ancora su un altro romanzo (che poi ho pubblicato con la Bastogi, dal titolo "NORA DAREN – il Corpo, il suo Supplizio"), e l’ho vissuto, subìto, come una sorta di flaschback; dunque la brevità frammentata del racconto e l’incognita del senso. Ho sempre avuto una predilezione per i racconti atemporali, di quelli capaci di raccontare più l’emozione di uno spazio. La mia scrittura non è indubbiamente facile. Amo scrivere e lo faccio quasi in maniera animalesca. Non ho paura della verità, tantomeno di raccontarla. Sono cresciuta con letture di autori datati e direi quasi per niente contemporanei, per poi smettere di leggere, quando la scrittura dentro di me premeva, affinché le dessi forma. Mi rendo conto che tutto non possa piacerci completamente e preferisco quello che non mi piace, quanto sia diverso da me e paradossalmente nella scrittura trovarlo affine.

martedì 4 novembre 2014

L'odore della scrittura...

La scrittura è l'unico, vero, concreto supporto alla memoria, prima di tutto per la storia in essere, permettendo all'uomo di "perdersi" tra psicologia, emotività filosofica, filologia... passando per la semantica, semiotica e gli innesti idiomatici, ché si sono resi affronto, appunti e confronto di conoscenza scritta e orale, teoria tramandata e tramandabile. Con lo spauracchio di una comoda panacea nella storia "concreta", la teconologia del pensiero digitato, inibisce, sorbisce la memoria fino a possederla, con il risultato che parte del nostro cervello rallenti, quando l'altra pensa di essere veloce, se guardiamo da adulti tecnologici la nostra reale scrittura immatura. La tecnologia ha una misura che la natura non ha, superata quella misura torneremo a marcare le caverne, quindi è meglio portarsi indietro. MRosariaC

venerdì 21 giugno 2013

1 - DIARIO DI CINISMO QUOTIDIANO

Giugno 21, 2013   Maria Rosaria Cofano

L'altro giorno ero in fila alla posta, tra profumi e puzze ascellari di una umanita variegato-avariata, e mi sono chiesta: "Ma chi cazzo te lo fa fare?", ovviamente non di stare in fila alla posta, quanto di scrivere. Le due cose a pensarci bene non è che siano tanto dissimili nell'approccio di un senso. Andare alla posta lo si deve fare per forza, oppure ci devi mandare qualcuno, come anche puoi pagare con transizioni bancarie evitandoti la fila. Scrivere è qualcosa che lo scrittore debba anche sentire di fare per forza, ma non come una sorta di costrizione sistematica, diciamo più come una necessità vitale, come lo può essere respirare. Ma qualcuno potrebbe mai respirare al posto tuo? Non penso, però, potrebbe scrivere al posto tuo. Molte letture importanti vedono la luce dopo la supervisione ad opera di scrittori dotati e latenti, destinati a rimanere senza firma. Ombre, ombre di un merito che probabilmente non arriverà mai... e così, mentre affogavo nelle mie contorte lugubrazioni mentali, una signora corpulenta segnalava ad una conoscente, quanto sia divenuto difficile vivere di questi tempi e che a stento ancora si riesca a mangiare. Ennesimo paradosso, visto che a stento entrasse dalla porta... ed era arrivato il mio turno. Pagare, pagare...


CORREZIONE GRAMMATICALE E SINTATTICA. EDITING...

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