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martedì 4 luglio 2017

Progenie degenere... un desiderio consumato nel male.

Una clinica in fiamme. Due ragazzi si allontanano nella notte, paradossalmente senza fretta, ad attenderli una sporca libertà e l'intenzione di un desiderio consumato nel male. Indossano la stessa e pesante camicia verde oliva, dotata di una cintola elastica, che penzola lungo la schiena senza frenare l’istinto, i passi verso il tramonto e oltre l’inferno della ragione. A guardarli sono così simili. Entrambi con la testa rasata. La statura media di Ela è pressappoco quella di Samuel, neanche lo dissocia per ossuta corporatura, lentezza, tantomeno distinzione sessuale; ma sono di spalle, una sorta di specchietto per le allodole, perché ad invertire il punto di vista bisogna armarsi di coraggio. Tutto cambia irreparabilmente e non riferito alla mera constatazione del brutto - assolutamente opinabile, soggettivo - quanto alla percezione di un sinistro presentimento che danno. Lei, adolescente disturbata, dalla gestualità infantile, silenziosa e apparentemente indifesa. Ha grandi occhi neri e sguardo livido di una sensazione impronunciabile. I tratti spigolosi e il naso irregolare si addolciscono lungo la bocca carnosa, da cui inizia una lunga cicatrice, che supera il mento fino a perdersi dietro l’orecchio destro, a formare l’incompleto segno dell’infinito: la lettera “S”. Per Samuel non deturpa, non vìola la bella pelle dell’unica creatura capace di rendere desiderio raggiungibile la debolezza, il calore che rifugge come madrileno affetto da albinismo, che, nell’anomalo candore, inquieta con occhi che sembrano cangiarsi all’improvviso, scrutare e destabilizzare per una malevola gioventù. Come qualcosa di puro e oltraggiato allo stesso tempo, che i lineamenti regolari descrivono tra banalità e disturbo incontrollabile che ha, che dà di un’identità amorfa e per questo duttile, nel conformarsi mutevole alla sostanza del dolore inferto senza coscienza e che il bianco veste di indifesa paura. Un etereo letale di ventiquattro anni, mentre Ela ne ha solo quattordici.
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  • Ebook di Maria Rosaria Cofano
  • edizione Narcissus.me
  • ACQUISTA PROGENIE DEGENERE
  • venerdì 29 agosto 2014

    COSA POTRESTI LEGGERE?

    Gli ultimi rimasugli di una ritardataria vacanza; un po' di noia, quella giusta e corroborante, che ti ricarica prima di una serata speciale con una strana voglia, forse distratta solo da una inaspettata lettura... un e-book, il mio :-) giusto se vuoi leggere qualcosa di nuovo e diverso che le solite manfrine tinte di rosa sotto il sole cocente. Grazie per essere passato/a.



    venerdì 21 giugno 2013

    Quarta di copertina di PROGENIE DEGENERE - L'origine del male (eBook / edizioni Narcissus).



    Una clinica in fiamme. Due ragazzi si allontanano nella notte, paradossalmente senza fretta… ad attenderli una sporca libertà e l'intenzione di un desiderio consumato nel male. Indossano la stessa e pesante camicia verde oliva, dotata di una cintola elastica, che penzola lungo la schiena senza frenare l’istinto, i passi verso il tramonto ed oltre l’inferno della ragione. A guardarli sono così simili. Entrambi con la testa rasata. La statura media di Ela è pressappoco quella di Samuel, neanche lo dissocia per ossuta corporatura, lentezza, tanto meno distinzione sessuale; ma sono di spalle, una sorta di specchietto per le allodole, perché ad invertire il punto di vista bisogna armarsi di coraggio. Tutto cambia irreparabilmente e non riferito alla mera constatazione del brutto - assolutamente opinabile, soggettivo - quanto alla percezione di un sinistro presentimento che danno. Lei, adolescente disturbata, dalla gestualità infantile, silenziosa ed apparentemente indifesa. Ha grandi occhi neri e sguardo livido di una sensazione impronunciabile. I tratti spigolosi e il naso irregolare si addolciscono lungo la bocca carnosa, da cui inizia una lunga cicatrice che supera il mento fino a perdersi dietro l’orecchio destro, a formare l’incompleto segno dell’infinito, la lettera “S”. Per Samuel non deturpa, non vìola la bella pelle dell’unica creatura capace di rendere desiderio raggiungibile la debolezza, il calore che rifugge come madrileno affetto da albinismo, che, nell’anomalo candore, inquieta con occhi che sembrano cangiarsi all’improvviso, scrutare e destabilizzare per una malevola gioventù. Come qualcosa di puro ed oltraggiato allo stesso tempo, che i lineamenti regolari descrivono tra banalità e disturbo incontrollabile che ha, che dà di un’identità amorfa, per questo duttile, nel conformarsi mutevole alla sostanza del dolore inferto senza coscienza e che il bianco veste di indifesa paura. Un etereo letale di ventiquattro anni, mentre Ela ne ha solo quattordici.
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  • CORREZIONE GRAMMATICALE E SINTATTICA. EDITING...

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