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domenica 1 agosto 2021

IL SANGUE DEI PADRI

Agosto 1, 2021   Maria Rosaria Cofano

Ho conosciuto persone che già da bambine tendessero a fare determinate cose e quelle cose erano la loro predisposizione, il loro talento: per esempio mimare con le mani, le dita, il suono di uno strumento musicale, e poi nella vita sono diventate persone che, per professione, suonano quel preciso strumento musicale, con il quale già a due anni facevano appunto finta di giocare. Persone fortunate, indirizzate nell'ascolto del proprio talento, che poi praticheranno nella vita. Ci sono però delle persone meno fortunate, per cui l'osservazione dei talenti dei bambini e poi l'instradamento verso lo sviluppo dei loro talenti, dipenda da tanti fattori legati all'istruzione e alla cultura dei genitori, ma non solo, anche all'istruzione e alla cultura in generale del luogo in cui la famiglia è posizionata, proprio in senso geografico, Allora, tu puoi anche avere una mentalità molto aperta, puoi avere una testa molto sviluppata da un'istruzione di livello altissimo, ma se abiti in una topaia fa moltissimo il tipo di ambiente culturale, anche cittadino in cui cresci. Ecco... Allora, ci sono dei bambini i cui talenti vengano sviluppati fino a farne delle professioni, delle carriere, degli stili di vita, e ci sono dei bambini che invece vengano lasciati a se stessi, spesso perché multitalento e questi svariati talenti rimangano insondati, inapprofonditi, mitigandosi, stemperandosi per tanti motivi, riassumibili in motivi culturali, socio-cultural-geografici legati all'istruzione di tutte le persone che hanno intorno... tutto si perde e si deve perdere culturalmente secondo la cultura del luogo in cui la persona è crescita. Ci sono poi altri bambini, che di nascita non sappiano fare niente. teste vuote, ma che saranno portati su dalla famiglia come se fossero dotati di un innegabile talento. E' decisivo il modo in cui la famiglia di origine esalti il talento di un figlio oppure rimanga indecisa. Tutto questo varrà anche per l'educazione criminale?

domenica 22 luglio 2018

UNA MOTIVAZIONE SENZA L'ALIBI DELLA SCRITTURA

Luglio 22, 2018   Maria Rosaria Cofano
 
… quando ho iniziato a scrivere "PROGENIE DEGENERE", ero ancora su un altro romanzo (che poi ho pubblicato con la Bastogi, dal titolo "NORA DAREN – il Corpo, il suo Supplizio"), e l’ho vissuto, subìto, come una sorta di flaschback; dunque la brevità frammentata del racconto e l’incognita del senso. Ho sempre avuto una predilezione per i racconti atemporali, di quelli capaci di raccontare più l’emozione di uno spazio. La mia scrittura non è indubbiamente facile. Amo scrivere e lo faccio quasi in maniera animalesca. Non ho paura della verità, tantomeno di raccontarla. Sono cresciuta con letture di autori datati e direi quasi per niente contemporanei, per poi smettere di leggere, quando la scrittura dentro di me premeva, affinché le dessi forma. Mi rendo conto che tutto non possa piacerci completamente e preferisco quello che non mi piace, quanto sia diverso da me e paradossalmente nella scrittura trovarlo affine.

sabato 17 febbraio 2018

FUORI DAL TEMPO E DALLO SPAZIO

Francamente ritengo che tu faccia un uso improprio dell'utilità se misurato in base alla distanza, anche perché è il tuo concetto di utilità, un metro a cui avresti dato un senso di utilità se solo avessi acconsentito a darti quello che chiedi. La citazione dell'uomo ridotto ad automatismo o macchina come dir si voglia, è affine a queste strumentazioni e le loro risultanti, là dove tutto si riduca a copiose icone. I pensieri non hanno sempre bisogno di essere figurati, come i sentimenti non hanno sempre bisogno di gratificazioni visive. Un vero sentimento lo è a prescindere. La velocità con la quale si bruci tutto nel reale, ha menomato l'immaginazione e reso l'uomo una macchina. Ci sono libri meravigliosi costruiti su corrispondenze epistolari di affinità, che si sono rincorse, cercate a prescindere da una fotografia, distanza e concetti astrusi di utilità. Certo bisogna viversi, conoscersi e questo appartiene allo stato reale, all'abusato termine quotidiano: se quello che abbiamo sentito si ridurrà a mera meccanica, allora non abbiamo sentito niente. Semplice! Il nichilismo... hai ragione, con questo non c'entra.

lunedì 14 novembre 2016

APATIA

Imperversa la noia. Pensieri muti e frasi spezzate. Fogli sporchi di caffè e una luce troppo forte per i miei gusti. Apatia, amica mia! Ne abbiamo perse di giornate. Io a recuperare l'irrecuperabile e tu a rubarmi i respiri. Lo stesso ho bisogno di te. Ritrovo quello che mi hai dato, dopo averlo cercato tra i libri impolverati, con pagine segnate da eventi che credevo capaci di cambiarmi. Hai fallito amica mia... hai fallito! Te lo dico senza cinismo, rimarcando il numero di quella pagina (sempre la stessa). Lui c'era ancora. La sua ragione poteva essere quella della mia esistenza, ma avere il coraggio di annullarsi non è coraggio. Si è soli anche tra la gente... e intanto l'acqua scorre. Solo allora ricordo e torna un tempo: il mio.

 

 

I miei romanzi:

PROGENIE DEGENERE - L'origine del male.

NORA DAREN - Il Corpo, il suo Supplizio

 

sabato 19 marzo 2016

UN RICORDO SPEZZATO

Ci sono memorie che ti arrivano in faccia e altre che ti camminano a fianco. Non vicino da potersi respirare, solo il giusto per sbirciare e scorgerne la forma, l'insicurezza, il disagio. Due strade che potevano essere una, se si guarda nella stessa direzione. Memorie interrotte da luoghi comuni, pregiudizi sociali... e intanto i margini si allontanano, senza il tempo di spiegare. Tutto è cambiato, noi lo siamo, cambiati. Viviamo altro, giustificando l'incompiuto come l'ennesima possibilità, per poi rassegnarci all'idea che tutto sia una perdita di tempo. MRosariaC


CORREZIONE GRAMMATICALE E SINTATTICA. EDITING...

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