1. IL KILLER DELLO ZODIACO. Vittime e sospetti (quinta parte).



Luglio 28, 2018   Maria Rosaria Cofano

Nella lista dei sospettati di essere Zodiac, un nome tra tanti sembrò essere quello possibile: Arthur Leigh Allen. Professore di elementari, già indagato per reati sessuali e il cui modo di agire continuò a destare sospetti anche quando smise di essere indagato per insufficienza di prove. Va ricordato che nessuna delle vittime di Zodiac sia stata aggredita sessualmente. Subì molte perquisizioni, e tra i suoi oggetti personali fu rinvenuta una macchina per scrivere della marca “Royal”, la stessa utilizzata dal killer per scrivere le lettere postume all’omicidio di  Cheri Jo Bates e che poi furono inviate alla polizia. L’omicidio della ragazza avvenne il 30 Ottobre 1966, e l’1 Novembre 1966 Allen prese un giorno di ferie e si trovava probabilmente a Riverside. Aveva vissuto a Vallejo, luogo di attacco di Zodiac. Possedeva un orologio da polso Zodiac, con il logo che è poi diventato la firma adottata e riconducibile al killer: il cerchio con la croce. Era un sub, e molti attacchi di Zodiac sono avvenuti vicino a corpi idrici. Pare che avessero lo stesso numero di scarpe. Poi la coincidenza del ricorrente numero 32. Nel 1966 Allen aveva 32 anni, viveva al 32 di Fresno Street a Vallejo e nel 1970 Zodiac aveva creato un cifrario con 32 simboli. Nelle lettere anonime inviate alla polizia, e riferite all’omicidio della Bates, vi era uno strano simbolo, che per alcuni poteva essere una “Z” altri il n. 32 ed erano state affrancate con il doppio della tariffa necessaria, com’era tipico del serial killer. Nel 1971, durante un interrogatorio, Allen ammise di aver avuto dei coltelli insanguinati nella sua macchina durante il fine settimana in cui ci fu l’attacco di Zodiac sul Lago Berryessa, e che gli fossero serviti per uccidere un pollo. Confessò il suo turbamento infantile nei confronti del libro The most dangerous game, dove la caccia all’animale non basta più al generale russo Zaroff, perché l’animale non ragiona e allora nel libro la caccia evolve verso l’uomo, la preda più pericolosa. Un messaggio con questo agghiacciante proposito, era contenuto nelle lettere con il cifrario spedite da Zodiac. A conferma di ciò, si arriva dopo la segnalazione di uno sei suoi amici, che affermerà di aver sentito Allen parlare spesso di cacciare essere umani. Va ricordato anche un altro suo amico, Don Cheeney, che diede di lui un profilo calzante a quello di Zodiac. Don Cheney incontrò Arthur Leigh Allen nel 1962 e mantenne un'amicizia con lui fino al 1968. La loro amicizia terminò nel 1969, dopo una conversazione di capodanno in cui Allen, gli riferì che gli sarebbe piaciuto uccidere coppie a caso e sfidata la polizia con l’invio di lettere con dettagli dei crimini, firmando il tutto con il simbolo del suo orologio “Zodiac”, e quindi tutti lo avrebbero chiamato Zodiac. Si sarebbe travestito prima di attaccare i poveri sventurati, con una torcia sulla canna della pistola, utile per sparare di notte; avrebbe anche fermato donne lungo la strada, fingendo che avessero problemi alle ruote, per poi rapirle. Tutto questo venne riferito agli inquirenti del dipartimento di San Francisco. Furono emessi nei sui confronti tre mandati di perquisizione: il 14 settembre 1972, il 14 febbraio 1991 e il 28 agosto 1992, quando era già morto da due giorni. A suo carico solo prove circostanziali e lui continuò a negare sempre tutto fino alla fine. Di certo i suoi segreti sono morti con lui. C’è da dire che non fosse somigliante all’identikit di Zodiac stilato dalla polizia: il suo viso era molto più pieno, e le vittime che erano sopravvissute all’attacco del killer, lo avevano descritto di corporatura più minuta. Non era sicuramente il rapitore di Kathleen Johns, che identificò il suo rapitore come Zodiac, dopo aver visto l’identiki della polizia e nel 1992 scelse Lawrence Kane tra 16 fotografie in cui era inclusa anche la foto di Allen, che anche non aveva avuto alcun collegamento con la zona di Lake Tahoe, dove Donna Lass scomparve; e va ricordato che Zodiac se ne prese il merito, mentre Lawrence Kane viveva a Lake Tahoe in quel periodo e lavorava nello stesso complesso di Donna Lass. Lui era mancino e gli attacchi di Zodiac erano stati sferrati con la mano destra. La sua calligrafia non corrispondeva a quella del killer, anche se sia molto difficile che una persona scriva una lettera anonima senza storpiare il proprio modo di scrivere, sarebbe decisamente da ingenui e non mi sembra questo il caso. Le sue impronte digitali, il suo DNA non corrispondevano a quelle schedate di Zodiac (ammesso che fossero proprio le sue). Venne fatto un confronto anche con il DNA di Don Cheeney, risultò negativo. Sul suo conto non sono mai state trovate prove schiaccianti della presunta colpevolezza, e anche dopo il ritrovamento di armi ed esplosivo all’interno della sua casa in seguito ad una perquisizione (1991), il Dipartimento di Polizia di Vallejo decise di non incriminarlo. Anche i recenti test del DNA, eseguiti nel 2002 sulle lettere di Zodiac, non hanno dato esito positivo. 

 

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