Giugno 23, 2018 Maria Rosaria Cofano
Bisogna scattare tante foto, anche quando la persona pensa di non essere fotografata. Carpire il senso di una persona, non potrà mai essere legato a una metodica. Il genere di foto che fai, quello vincolato alle cerimonie, agli eventi, dove tutto è organizzato ad hoc, per un risultato che galvanizzi il bello e l'usuale, è un tipo di fotografia che considero fine a se stessa [...] ma se ti muovi in un campo fatto di espressività, naturalezza, patos, allora devi andare ad investigare tra gli umili, il brutto, l'inaccettabile... quella fotografia rende altissimo il livello. Non sto biasimando il tuo occhio, ma per come io intenda la fotografia: meno artificio e costruzione ci sia dietro uno scatto, tanto più ne guadagna lo spessore fotografico in termini di significato. Lo so che tutta la fotografia oggi sia corretta, modificata, però quella che mi colpisce è quella che abbia in sé una morale fino ad insidiarla, per un messaggio, anche per quanto inaccettabile possa apparire. Tu dovresti avere in tasca sempre una piccola macchina fotografica... e comunque non rallentare per nessuno. Non smettere mai di cercare e osare. Ora stai scrutando un campo, dove diventerai sempre più consapevole di quello che vuoi vedere e fermare. La tua fotografia evolverà. Cercherai altri sensi, altre condizioni... e chissà tra una diecina di anni, guardando le tue prime foto, il tuo bagaglio iniziale, come saranno gli ultimi scatti, se ancora sarai capace di leggere un'emozione come la prima volta.
- Fotografia di Eikoh Hosoe
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