venerdì 29 dicembre 2017

IL CENONE DI CAPODANNO

Amico mio, se sei sopravvissuto al Pranzo di Natale, ora ti tocca il Cenone di Capodanno. Come ci sei arrivato? Grazie al bombardamento massmediatico, giunto al parossismo dopo il palleggio subliminale del panettone spumato, i lassativi e la pomata per le ragadi. Questo siamo per il sistema consumistico: maiali civilizzati, con le emozioni nell'intestino e l'abbonamento alla farmacia. E allora sai cosa dovresti fare? Sovvertire il sistema, quello che ti vuole grasso e stordito. Ignora il cenone pantagruelico e passa direttamente a una sana colazione, senza cadaveri di animali nel tuo piatto con contorno di lenticchie. Risparmia al tuo corpo una digestione da leone, perché non ti aiuterà mettere indietro la bilancia di almeno 3-4 Kg; o nascondere sotto il piede il bottone scoppiato, mentre ti avviti la cintura. Neanche il senso di colpa riuscirà a darti un alibi credibile, se hai bisogno di fagocitare per dimenticare quello che sei realmente. Apri gli occhi e qualche volta chiudi la "benedetta" bocca, perché il nuovo anno arriva anche se non lo festeggi con smembramenti di animali farciti. Buon Anno.  


sabato 23 dicembre 2017

SCAPPA... oggi c'è il pranzo di Natale!

Diciamocela tutta! Lo spirito del Natale è morto nella panza. Ormai il Natale non piace più a nessuno. Donne esaurite dietro i fornelli. Uomini ritenuti perennemente incapaci di ottemperare una qualsiasi faccenda domestica. Bambini esigenti già obesi di merendine prima ancora di sedersi a tavola. Nonni autocelebrativi, insuperabili con i soliti motti del cacchio... "ai miei tempi il mangiare si digeriva prima, non c'era tutto questo spreco e già giravamo senza mutande". Parenti con corredi di domande, sempre le stesse. La noia del confronto, dei baci, gli abbracci, delle voci, dei contesti, dell'estratto conto di quello che indossi. E allora amico mio, se proprio passi di qua... scappa prima di sederti a tavola! Inventa una scusa, ammalati. Portati dietro solo il cane, se ce l'hai, perché quello si accontenta di un osso e ti guarda felice, senza giudizio. Buon Natale.



I miei romanzi:

PROGENIE DEGENERE - L'origine del male.

NORA DAREN - Il Corpo, il suo Supplizio

 

martedì 4 luglio 2017

Progenie degenere... un desiderio consumato nel male.

Una clinica in fiamme. Due ragazzi si allontanano nella notte, paradossalmente senza fretta, ad attenderli una sporca libertà e l'intenzione di un desiderio consumato nel male. Indossano la stessa e pesante camicia verde oliva, dotata di una cintola elastica, che penzola lungo la schiena senza frenare l’istinto, i passi verso il tramonto e oltre l’inferno della ragione. A guardarli sono così simili. Entrambi con la testa rasata. La statura media di Ela è pressappoco quella di Samuel, neanche lo dissocia per ossuta corporatura, lentezza, tantomeno distinzione sessuale; ma sono di spalle, una sorta di specchietto per le allodole, perché ad invertire il punto di vista bisogna armarsi di coraggio. Tutto cambia irreparabilmente e non riferito alla mera constatazione del brutto - assolutamente opinabile, soggettivo - quanto alla percezione di un sinistro presentimento che danno. Lei, adolescente disturbata, dalla gestualità infantile, silenziosa e apparentemente indifesa. Ha grandi occhi neri e sguardo livido di una sensazione impronunciabile. I tratti spigolosi e il naso irregolare si addolciscono lungo la bocca carnosa, da cui inizia una lunga cicatrice, che supera il mento fino a perdersi dietro l’orecchio destro, a formare l’incompleto segno dell’infinito: la lettera “S”. Per Samuel non deturpa, non vìola la bella pelle dell’unica creatura capace di rendere desiderio raggiungibile la debolezza, il calore che rifugge come madrileno affetto da albinismo, che, nell’anomalo candore, inquieta con occhi che sembrano cangiarsi all’improvviso, scrutare e destabilizzare per una malevola gioventù. Come qualcosa di puro e oltraggiato allo stesso tempo, che i lineamenti regolari descrivono tra banalità e disturbo incontrollabile che ha, che dà di un’identità amorfa e per questo duttile, nel conformarsi mutevole alla sostanza del dolore inferto senza coscienza e che il bianco veste di indifesa paura. Un etereo letale di ventiquattro anni, mentre Ela ne ha solo quattordici.
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  • edizione Narcissus.me
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  • sabato 24 giugno 2017

    ... addosso


    Ho scoperto di essere dove pensavo di non essere. Con la mente ti ho cercato, implorato, ma non eri più con me. Le parole scorrono e anche il desiderio, quello che non si è fatto carne. Solo pensiero, sei solo pensiero. Solo, come me. E' tutta colpa delle musica se i ricordi fanno ancora male. Tu pensi, ti convinci che sia passato, ma niente passa. Sei ancora addosso e non lo saprai mai se non vieni a cercarmi. 

    CORREZIONE GRAMMATICALE E SINTATTICA. EDITING...

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