venerdì 21 giugno 2013

Quarta di copertina di PROGENIE DEGENERE - L'origine del male (eBook / edizioni Narcissus).



Una clinica in fiamme. Due ragazzi si allontanano nella notte, paradossalmente senza fretta… ad attenderli una sporca libertà e l'intenzione di un desiderio consumato nel male. Indossano la stessa e pesante camicia verde oliva, dotata di una cintola elastica, che penzola lungo la schiena senza frenare l’istinto, i passi verso il tramonto ed oltre l’inferno della ragione. A guardarli sono così simili. Entrambi con la testa rasata. La statura media di Ela è pressappoco quella di Samuel, neanche lo dissocia per ossuta corporatura, lentezza, tanto meno distinzione sessuale; ma sono di spalle, una sorta di specchietto per le allodole, perché ad invertire il punto di vista bisogna armarsi di coraggio. Tutto cambia irreparabilmente e non riferito alla mera constatazione del brutto - assolutamente opinabile, soggettivo - quanto alla percezione di un sinistro presentimento che danno. Lei, adolescente disturbata, dalla gestualità infantile, silenziosa ed apparentemente indifesa. Ha grandi occhi neri e sguardo livido di una sensazione impronunciabile. I tratti spigolosi e il naso irregolare si addolciscono lungo la bocca carnosa, da cui inizia una lunga cicatrice che supera il mento fino a perdersi dietro l’orecchio destro, a formare l’incompleto segno dell’infinito, la lettera “S”. Per Samuel non deturpa, non vìola la bella pelle dell’unica creatura capace di rendere desiderio raggiungibile la debolezza, il calore che rifugge come madrileno affetto da albinismo, che, nell’anomalo candore, inquieta con occhi che sembrano cangiarsi all’improvviso, scrutare e destabilizzare per una malevola gioventù. Come qualcosa di puro ed oltraggiato allo stesso tempo, che i lineamenti regolari descrivono tra banalità e disturbo incontrollabile che ha, che dà di un’identità amorfa, per questo duttile, nel conformarsi mutevole alla sostanza del dolore inferto senza coscienza e che il bianco veste di indifesa paura. Un etereo letale di ventiquattro anni, mentre Ela ne ha solo quattordici.
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  • Ebook di Maria Rosaria Cofano
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  • 1 - DIARIO DI CINISMO QUOTIDIANO

    Giugno 21, 2013   Maria Rosaria Cofano

    L'altro giorno ero in fila alla posta, tra profumi e puzze ascellari di una umanita variegato-avariata, e mi sono chiesta: "Ma chi cazzo te lo fa fare?", ovviamente non di stare in fila alla posta, quanto di scrivere. Le due cose a pensarci bene non è che siano tanto dissimili nell'approccio di un senso. Andare alla posta lo si deve fare per forza, oppure ci devi mandare qualcuno, come anche puoi pagare con transizioni bancarie evitandoti la fila. Scrivere è qualcosa che lo scrittore debba anche sentire di fare per forza, ma non come una sorta di costrizione sistematica, diciamo più come una necessità vitale, come lo può essere respirare. Ma qualcuno potrebbe mai respirare al posto tuo? Non penso, però, potrebbe scrivere al posto tuo. Molte letture importanti vedono la luce dopo la supervisione ad opera di scrittori dotati e latenti, destinati a rimanere senza firma. Ombre, ombre di un merito che probabilmente non arriverà mai... e così, mentre affogavo nelle mie contorte lugubrazioni mentali, una signora corpulenta segnalava ad una conoscente, quanto sia divenuto difficile vivere di questi tempi e che a stento ancora si riesca a mangiare. Ennesimo paradosso, visto che a stento entrasse dalla porta... ed era arrivato il mio turno. Pagare, pagare...


    CORREZIONE GRAMMATICALE E SINTATTICA. EDITING...

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